Pubblicato il 16 settembre 2025
Fotovoltaico flottante: perché i pannelli sull’acqua sono il futuro dell’energia

Una nuova frontiera del solare
Il fotovoltaico flottante, chiamato anche fotovoltaico galleggiante, è una delle tecnologie più innovative del settore energetico.
L’idea alla base è semplice: utilizzare superfici d’acqua già esistenti - laghi artificiali, invasi agricoli, cave dismesse o bacini industriali - per ospitare pannelli solari capaci di produrre energia elettrica.
Questa soluzione permette di risparmiare spazio, ridurre la pressione sul suolo agricolo e, in alcuni casi, aumentare persino l’efficienza dei moduli grazie all’effetto raffrescante dell’acqua.
Come funziona un impianto galleggiante
Gli impianti fotovoltaici flottanti si basano su piattaforme modulari che sostengono i pannelli solari. Le piattaforme sono realizzate in materiali plastici rinforzati e vengono ancorate al fondo o alle sponde del bacino, così da garantire stabilità anche in caso di vento o variazioni del livello idrico.
Dal punto di vista elettrico, il principio è lo stesso di qualsiasi impianto fotovoltaico: i moduli producono energia che può essere consumata in loco, immessa in rete o accumulata in batterie.
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Registrati su KTSPerché puntare sull’acqua: i vantaggi del fotovoltaico flottante
Il solare galleggiante non è solo una soluzione alternativa di installazione: porta con sé vantaggi specifici.
Nessuna sottrazione di terreno agricolo: l’impianto sfrutta specchi d’acqua già esistenti, spesso poco utilizzati.
Maggiore efficienza: i moduli raffrescati dall’acqua possono produrre fino al 10-15% in più rispetto a un impianto a terra.
Riduzione dell’evaporazione: coprendo parzialmente la superficie idrica, si può limitare la perdita d’acqua fino al 70%, un beneficio cruciale in contesti agricoli.
Impatto paesaggistico contenuto: gli impianti risultano meno invasivi alla vista rispetto a grandi campi fotovoltaici su terreno.
Le sfide da superare
Accanto ai vantaggi, il fotovoltaico flottante presenta anche alcune criticità da affrontare.
Il costo di installazione rimane superiore a quello degli impianti a terra, a causa delle strutture galleggianti e degli ancoraggi.
La manutenzione è più delicata, perché occorre gestire corrosione, deposito di organismi acquatici e variazioni del livello dell’acqua.
C’è poi il tema della durabilità dei materiali, che devono resistere per decenni in condizioni ambientali difficili, e quello dell’impatto ambientale sugli ecosistemi acquatici.
Infine, l’iter autorizzativo in Italia è ancora poco definito e può diventare un ostacolo alla diffusione di questi impianti.
Vantaggi e svantaggi a confronto
Vantaggi del fotovoltaico flottante
Uso del suolo → Non sottrae terreni agricoli, sfrutta specchi d’acqua già esistenti.
Efficienza → I moduli producono il 10-15% in più grazie al raffrescamento naturale garantito dall’acqua.
Risorse idriche → Coprendo parte del bacino si riduce l’evaporazione fino al 70%, con un beneficio diretto per l’agricoltura.
Costi a lungo termine → La tecnologia sta diventando più economica con la diffusione su larga scala.
Impatto paesaggistico → Generalmente limitato, meno invasivo rispetto a grandi campi a terra.
Svantaggi del fotovoltaico flottante
Uso del suolo → Installabile solo su bacini idonei e con caratteristiche specifiche.
Efficienza → La manutenzione è più complessa rispetto a un impianto tradizionale a terra.
Risorse idriche → Può avere effetti sugli ecosistemi acquatici che richiedono valutazioni attente.
Costi iniziali → Ancora superiori (+15-30%) rispetto a un impianto convenzionale.
Iter autorizzativo → Le regole non sono ancora uniformi e i permessi possono risultare complessi.
Questo confronto dimostra come la tecnologia sia molto promettente, ma non priva di sfide concrete che vanno affrontate con progettazioni accurate e politiche di sostegno mirate.
Il fotovoltaico flottante in Italia
In Italia il fotovoltaico flottante è ancora agli inizi, ma le potenzialità sono enormi. Secondo uno studio citato da Il Sole 24 Ore, i bacini idrici italiani potrebbero ospitare fino a 25 GW di fotovoltaico galleggiante.
Per fare un confronto, si tratta di una capacità paragonabile a quella necessaria per coprire una parte rilevante degli obiettivi al 2030 previsti dal PNRR. Alcuni progetti pilota sono già stati realizzati su cave dismesse e bacini artificiali, soprattutto nel Nord Italia, con l’obiettivo di testare l’efficacia e la sostenibilità della tecnologia.
Italia vs Estero: stato dell’arte
Guardare oltre i confini aiuta a capire a che punto siamo e dove possiamo arrivare.
Cina → oltre 3 GW installati, leader mondiale con grandi centrali su bacini idrici.
India → circa 2 GW, concentrati su laghi artificiali e dighe.
Giappone → circa 500 MW, distribuiti su piccoli invasi.
Italia → meno di 5 MW, limitati a progetti pilota su cave e bacini.
Il confronto mostra chiaramente che l’Italia è ancora in una fase sperimentale. Tuttavia, il potenziale di crescita è significativo, soprattutto se si considera la disponibilità di bacini artificiali e cave dismesse.
Applicazioni tipiche dei bacini
Non tutti i corpi idrici sono adatti a ospitare un impianto galleggiante. Alcuni contesti, però, offrono condizioni ideali e benefici specifici.
Cave dismesse → Riqualificazione ambientale e recupero di aree industriali non più attive.
Bacini agricoli → Invasi per irrigazione, con benefici in termini di energia e riduzione dell’evaporazione.
Bacini industriali → Serbatoi di raffreddamento o invasi di processo, sfruttati per ottimizzare superfici già esistenti.
Laghi artificiali → Collegati a dighe e infrastrutture energetiche, dove l’integrazione è più semplice.
Questa panoramica evidenzia come il fotovoltaico flottante sia una tecnologia versatile, che trova applicazioni diverse a seconda del contesto. Nei bacini agricoli, ad esempio, il beneficio più evidente è la riduzione dell’evaporazione, mentre nelle cave dismesse prevale la riqualificazione ambientale.
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Vai al marketplace KTSQuanto costa un impianto fotovoltaico flottante
Il prezzo medio di un impianto galleggiante è oggi più alto del 15-30% rispetto a un impianto fotovoltaico tradizionale.
Il costo finale dipende da diversi fattori:
superficie del bacino,
profondità e caratteristiche idriche,
tipologia di ancoraggio,
dimensione dell’impianto,
eventuale sistema di accumulo.
Con la diffusione della tecnologia, i costi tenderanno a ridursi, come è già avvenuto in passato per il fotovoltaico tradizionale.
Incentivi e prospettive future
Gli impianti fotovoltaici flottanti possono accedere ai meccanismi di sostegno alle rinnovabili (FER) e beneficiare di tariffe incentivanti, a condizione che rispettino le stesse regole di qualità e sicurezza previste per altre tipologie di fotovoltaico.
A livello internazionale, questa tecnologia sta crescendo rapidamente. La Cina e l’India sono già leader nel settore, con centrali galleggianti da centinaia di megawatt, mentre il Giappone utilizza gli invasi idrici per integrare la produzione locale.
Per l’Italia, il fotovoltaico flottante rappresenta una possibilità concreta per ampliare le superfici dedicate al solare e avvicinarsi agli obiettivi di decarbonizzazione.
Una prospettiva di economia circolare
Oggi i progetti incentivati richiedono l’utilizzo di componenti nuovi. Tuttavia, il fotovoltaico flottante potrebbe diventare in futuro un campo di sperimentazione anche per il riuso dei pannelli fotovoltaici.
L’installazione su bacini idrici artificiali o industriali potrebbe infatti offrire spazi ideali per dare una seconda vita ai moduli dismessi, contribuendo a ridurre i costi e a promuovere l’economia circolare.

Domande frequenti sul fotovoltaico flottante
Come vengono ancorati i pannelli solari galleggianti?
Tramite sistemi di ormeggio collegati al fondo o alle sponde, progettati per resistere a vento e variazioni del livello idrico.
Quanto produce un impianto fotovoltaico flottante?
La resa è simile a quella di un impianto a terra, con un incremento potenziale fino al 10-15% grazie al raffrescamento dei moduli.
Quanto costa?
Attualmente i costi sono superiori del 15-30% rispetto a un impianto tradizionale, ma in progressiva diminuzione.
Dove si trovano gli impianti in Italia?
Sono stati avviati i primi progetti pilota su cave dismesse e bacini artificiali, mentre i grandi impianti restano ancora in fase di sviluppo.
Quali incentivi esistono?
Gli impianti possono rientrare nei meccanismi di sostegno alle rinnovabili, come previsto per il fotovoltaico tradizionale.
Conclusioni sul fotovoltaico flottante
Il fotovoltaico flottante è una tecnologia giovane ma promettente, capace di integrare la produzione di energia rinnovabile senza consumare nuovo suolo.
L’Italia dispone di un potenziale teorico di 25 GW, sufficiente a contribuire in modo significativo agli obiettivi energetici al 2030.
I benefici ambientali sono evidenti: maggiore efficienza, riduzione dell’evaporazione e valorizzazione di spazi inutilizzati. Le sfide rimangono - costi più alti, manutenzione complessa e iter autorizzativi da chiarire - ma i primi progetti dimostrano che si tratta di una strada percorribile.
Se in futuro sarà possibile integrare anche logiche di economia circolare, ad esempio attraverso l’impiego di moduli di seconda vita, il fotovoltaico flottante potrebbe trasformarsi in una delle soluzioni più sostenibili e innovative per il nostro sistema energetico.